Le origini della Ginnastica in Italia


Le origini della Ginnastica in Italia

La Federazione Ginnastica d’Italia (chiamata anche con l’acronimo F.G.d.I., o F.G.I., e conosciuta anche come Federginnastica) è l’organo che controlla e organizza le competizioni di ginnastica in Italia.

Ha sede a Roma. È affiliata alla Federazione Internazionale di Ginnastica e all’Unione Europea di Ginnastica ed è riconosciuta dal C.O.N.I.

Si occupa di ginnastica artistica, ritmica, generale, aerobica, fitness, twirling e trampolino elastico.

In passato, anche la pallacanestro era organizzata dalla F.G.D.I., finché non venne fondata la Federazione Italiana Basket-Ball.

In Italia nel 1807 Girolamo Bagatta[1] introdusse la ginnastica nel suo istituto a Desenzano, frequentato dai giovani delle migliori famiglie lombarde e venete.

Il maggior sviluppo di queste attività sportive si ebbe però in Piemonte, dove Rudolf Obermann introdusse l’istruzione ginnica degli allievi dell’accademia militare.

Dal 1830 al 1860 nacquero in Italia parecchie associazioni ginniche, il primo sodalizio sportivo ufficiale si ebbe nel 1844 con la Società Ginnastica di Torino.

Molti anni sono passati dalle prime pionieristiche iniziative della Società Ginnastica Torino, che hanno prodotto frutti a livello scolastico, militare e sportivo.

La Federazione Ginnastica Italiana nacque tra il 15 ed il 17 marzo 1869, durante il Primo Convegno Ginnastico Italiano che si tenne a Venezia su iniziativa di Costantino Reyer, Domenico Pisoni e Pietro Gallo riunendo i Circoli Ginnastici, il Tiro a Segno e la Scherma, il presidente era Francesco Ravano.

Durante questo Primo Convegno Ginnastico Italiano, si disputano quelli che possono essere ritenuti i primi campionati italiani della disciplina guida del movimento sportivo del Paese.

Non è facile ricostruire un elenco dei Centri attivatisi prima del 1869, le fonti sono discordanti, ma un inventario attendibile può essere il seguente:

1844 Società Ginnastica Torino

1854 prima palestra privata a Genova

1856 prima palestra pubblica a Genova

1858 Club Ginnastico Fiorentino

1860 oppure 1863 sala Cesare Milloschi a Pisa

1862 Società Centrale di Ginnastica e Scherma Firenze

1863 prima palestra privata a Napoli

1863 Società Atestina Este

1863 (sciolta nel 1864) Società Triestina di Ginnastica

1863 oppure 1874 Società Ginnastica Educativa Padova

1864 Società Ginnastica Ligure Genova

1865 Società Ginnastica Centrale Firenze

1865 Società Ginnastica Operaia Genova

1866 Società di Ginnastica e Scherma Brescia

1866 Palestra Centrale Napoli

1867 Società Modenese Dilettanti Ginnastica

1868 Società Ginnastica Icaria Alcide

1868 Associazione Triestina di Ginnastica

1868 Società Goriziana di Ginnastica

Il 1° febbraio 1869 si apre la palestra Reyer a Venezia e l’8 febbraio una palestra ginnastica a Mantova.

Nel 1869 nascono anche la Società di Ginnastica e Scherma di Verona, e la Società Ginnastica Svizzera di Torino, ma in data successiva al il Primo Convegno Ginnastico Italiano, prima del quale invece – ma da data a noi sconosciuta – funziona una palestra a Savona.

Roma non è ancora italiana, ma a Palazzo Serny a Piazza di Spagna un salone è attivo centro di ginnastica e scherma almeno a partire dal 1867.

Durante il Congresso di Bologna dal 15 al 20 settembre 1874 le società affiliate si scissero in due federazioni, a causa di una contrapposizione tra gli ideali di un metodo “tradizionale” militaristico e di un metodo più innovativo, libero e naturale.

Le Società più vecchie rimasero fedeli alla Federazione Ginnastica Italiana mentre le altre, le società venete e quelle emiliane, fondarono nel 1874 la Federazione delle Società Ginnastiche Italiane.

Dal 1878 per opera del Ministro della Pubblica Istruzione Francesco Saverio De Sanctis la ginnastica fu resa obbligatoria quale nuova materia di insegnamento; in seguito fu il Ministro della Pubblica Istruzione Todaro a migliorare la legge, nel 1893.

Le due Federazioni (FGI e FSGI) si riunificarono nel Congresso svolto dal 18 al 21 dicembre 1887 in Campidoglio ed il nuovo organismo prese il nome di Federazione Ginnastica Nazionale Italiana (F.G.N.I.).

Il generale Luigi Girolamo Pelloux, Presidente del Comitato provvisorio dal 1887 al 1888, venne eletto Presidente della nuova Federazione, riaffermando così un’impostazione militaristica della ginnastica.

Inglobando nel 1888 la Federazione delle Società Ginnastiche Italiane (fondata nel 1874), la F.G.I. si trasfoma nella FGNI Federazione Ginnastica Nazionale Italiana.

Nel 1891, nominato Ministro della guerra, Pelloux si dimise e la Federazione venne retta dal vice-presidente Francesco Emilio Paresi fino al 1894, anno in cui il generale Pelloux riassunse provvisoriamente l’ufficio di presidenza fino al gennaio 1895 in cui fu nominato presidente il generale Heusch, che tenne tale ufficio fino al febbraio 1897.

Con la trasformazione di molti giochi in discipline sportive la FGNI accolse nel 1895 il football dapprima quale manifestazione dimostrativa ed in seguito attribuendo durante i propri Concorsi Ginnastici il titolo di Campione d’Italia, attraverso appositi tornei.

Promotore e divulgatore delle regole della Football Association fu il bolognese Francesco Gabrielli (1857-1899) Maestro Ginnasta ed educatore presso le Scuole e la Società Ginnastiche rodigine dove si prodigò per il miglioramento delle discipline ginnastiche e l’introduzione di nuovi giochi sportivi soprattutto grazie al continuo confronto con esponenti della medicina sportiva e membri delle federazioni sportive straniere, soprattutto tedesche, francesi ed inglesi.

Divenuto un autorevole esponente del movimento rinnovativo che si prefiggeva il corretto inserimento nella scuola delle discipline ginnastiche e sportive a vari livelli a seconda dell’età dei giovani, realizzò nel 1896 il manuale Il giuoco del calcio o Football Association, edito a Rovigo dallo Stab. Tipolitografico Minelli, seguito l’anno successivo, dalla seconda edizione, con le varianti appena approvate in Inghilterra.

Francesco Gabrielli fu, contemporaneamente, il fautore del campionato calcistico organizzato a Treviso durante un importante Concorso Nazionale, che attribuì nel 1896 all’Udinese il primo titolo calcistico italiano, titolo non riconosciuto dalla F.I.G.C. (nata come F.I.F. solo 2 anni dopo, nel 1898).

Le regole del football di matrice F.G.N.I. (detto anche calcio ginnastico) si discostavano poco, quindi, rispetto a quelle promulgate dall’International Football Association Board (I.F.A.B.) in quegli anni.

Le uniche differenze, infatti, consistevano nei tempi regolamentari di trenta minuti e nei relativi supplementari di dieci, nella possibilità data al portiere di poter prendere la palla con le mani in tutta la propria metà campo (senza fare comunque più di tre passi), e nell’intervento di un giudice, in caso di pareggio, a sancire come squadra vincitrice di una partita la più disciplinata.

Successivamente la Federginnastica adottò in via definitiva le regole del calcio stabilite dall’I.F.A.B. il 6 maggio 1903.

Fu Gabrielli, oltretutto, il primo dirigente sportivo a divulgare, partendo dal Nord-Est, diverse nuove discipline sportive (gioco della palla a sfratto, della palla vibrata, del lawn-tennis e diverse altre) che riunì in altri due libretti, stampati dalla Casa Editrice Hoepli di Milano: Giuochi ginnastici raccolti e descritti per le scuole e per il popolo (1895), e Il giuoco dello sfratto a palla vibrata o Schleuder-ball (1896).

Nel 1901 riprese la vecchia denominazione F.G.I. che conservò fino al 1909, anno in cui tornò al precedente F.G.N.I..

L’industrializzazione dell’Italia aiutò la ginnastica ad uscire progressivamente dalla stretta cerchia degli sport d’élite e dall’eccessivo militarismo a cui diversi governi impedivano il rinnovamento frenando ciò che ritenevano pericolose spinte al liberismo in anni molto travagliati della storia d’Italia. Ma è solo a partire dal 1908, con l’approvazione della legge che introduceva la domenica festiva, che il movimento sportivo italiano trovò gli spazi per poter sviluppare tutti gli sport.

La popolarizzazione di tutte le manifestazioni ginnico-sportive fu soltanto una delle principali conseguenze.

I limitati e costosi spazi indoor non consentivano a tutte le nuove società sportive di emergere mentre i nuovi sport all’aria aperta quali podismo e ciclismo riscuotevano notevoli successi già prima dello scoppio della Grande Guerra ed il calcio attecchiva a livello provinciale.

Alcuni anni dopo la fine della Prima guerra mondiale cambiò nuovamente denominazione diventando Reale Federazione Ginnastica Italiana (R.F.G.I.), sigla che conservò fino al 1945.

Quindi passò all’attuale e definitiva Federazione Ginnastica d’Italia (F.G.d’I.).

Rudolf Obermann, il padre della ginnastica italiana

 Articolo interamente tratto da Museo Virtuale della Reale Società di Ginnastica di Torino, fondata nel 1844

Rudolf Obermann[2] nacque a Zurigo il 3 luglio 1812.

Unico maschio di otto figli fu indirizzato agli studi di teologia, ai quali si dedicò con impegno, superando nel 1830 gli esami di filologia e filosofia all’Accademia (poi Università) della sua città.

Fu buon conoscitore di lingue antiche e moderne, fatto che gli permise sia di accostare i classici greci e latini in lingua originale, sia di poter facilmente attingere a informazioni di altre culture a lui contemporanee.

Parallelamente, si dedicava a studi fisiologici, praticava la ginnastica presso la Società ginnastica zurighese e la insegnava presso un istituto privato della città.

Questo suo interesse lo portò a partecipare nel 1833 alla seconda festa federale di ginnastica svoltasi a Zurigo, dove si classificò secondo, guadagnandosi la Corona di lauro.

Nello stesso anno, il Ministro della guerra di Carlo Alberto lo chiamò a Torino, forse proprio grazie alla celebrità raggiunta con questa vittoria e al fatto che egli era seguace del sistema di addestramento del tedesco Spiess, cosa che lasciava sperare al governo piemontese di acquisire un ottimo istruttore per le truppe, in un momento storico caratterizzato da insurrezioni, moti, presenze straniere in Italia: tutti pericoli che minacciavano il Regno Sabaudo all’interno e all’esterno. Si aggiunga che la coscrizione, resa recentemente obbligatoria, aveva portato nelle file dell’esercito una moltitudine di uomini assolutamente incapaci dal punto di vista militare. La ginnastica era largamente impiegata nell’esercito prussiano, con metodo meccanicistico e militaresco (Spiess) e con buoni risultati. Tale esercito era un esempio di razionalità organizzativa per quello di altre nazioni.

Giunto a Torino a soli 21 anni, Obermann si insediò alla Scuola Militare Ginnastica di Artiglieria: anche quando sarà occupato a diffondere l’attività ginnastica al settore civile, egli continuerà negli anni ad assolvere questo compito, convinto che la ginnastica potesse insegnare la disciplina e il rigore, migliorare la gioventù, preparandola al confronto militare, insegnando il coraggio e la costanza e inculcando il sentimento di appartenenza ad un gruppo e quindi ad una nazione. I risultati ottenuti con gli Artiglieri-Pontieri dallo svizzero dovettero essere soddisfacenti, visto che poco dopo il Generale Saluzzo, comandante dell’Accademia Militare di Torino, lo chiamò come insegnante: una scuola di ginnastica militare fu allora aperta al Castello del Valentino. Il generale  La Marmora, fondatore del Corpo dei Bersaglieri nel 1836, vi indirizzò  parecchi sottufficiali, che diverranno altrettanti istruttori. In seguito essa fu frequentata da militari provenienti di tutte le armi, fino a introdurre la ginnastica in tutti i corpi dell’esercito. Le sue conoscenze in campo fisiologico lo resero attento alle conseguenze fisiche degli esercizi e ciò lo allontanò, almeno in parte, dai metodi meccanicistici e militareschi prussiani (Spiess), in un’accentuazione del carattere educativo dell’attività fisiche, ulteriormente confermato dagli studi approfonditi che l’Obermann aveva compiuto nelle lingue originali dei testi di educazione greca e romana, che lo avevano convinto dell’alto valore pedagogico della ginnastica nei confronti di tutta la popolazione, come pure del fatto che il suo insegnamento al di fuori dell’ambito militare non dovesse essere impartito in modo indifferenziato e meccanico, ma adattarsi agli allievi secondo la loro età, sesso, forze e costituzione individuale con una progressione della difficoltà degli esercizi per arrivare  ad un pieno sviluppo fisico e psichico.

Questo interesse per la totalità della popolazione indipendentemente dalla classe o dal sesso, rappresentò una rivoluzione in campo sociale e suscitò l’ostilità di quasi tutti i settori della società: dal clero alle autorità politiche fino alla popolazione stessa.

Per vincere questo atteggiamento generalmente diffuso, egli cominciò dal 1834 a dare lezioni individuali, nelle case  delle famiglie più ricche e potenti di Torino.

Tali lezioni avvenivano alla presenza delle madri degli allievi, per allontanare timori o false opinioni.

Un aiuto gli venne poi da un gruppo di giovani ufficiali, che nel 1839 gli chiesero lezioni private: tra questi il conte Ernesto Ricardi di Netro, che di lì a poco insieme allo stesso Obermann e ad altri coraggiosi pionieri, sarà tra i fondatori della R.S.G.T.

Questi esempi portati dal fiore dell’aristocrazia cominciarono a far mutare l’opinione del pubblico sulla ginnastica e il numero degli allievi estranei all’ambiente militare crebbe a dismisura, portando l’Obermann a maturare nel 1841 la convinzione di chiudere con la fase delle lezioni private e di proporre alle autorità governative la costituzione di “una società libera di ginnasti” con lo scopo di riunire due volte alla settimana chi desiderava praticare gli esercizi ginnastici.

Nel 1843 i soci decisero di avere un proprio locale e ne presero in affitto uno tra il corso del Re e l’antico Viale del Valentino e, sotto la direzione dell’Ing. Valerio, vi costruirono una tettoia per gli esercizi da farsi al coperto. Sette fra loro, precisamente il Conte Luigi Franchi di Pont, Rodolfo Obermann, il Conte Ernesto Ricardi di Netro, l’Avv. Lorenzo Savoldi, Filippo Riveda e l’Ing. Cesare Valerio fondarono la Società Ginnastica di Torino il 17 marzo 1844 alle due pomeridiane.

Questa riunione dei Soci fondatori avvenne a casa dello stesso Obermann… era nata la Società Ginnastica di Torino.

Molte le iniziative e gli obiettivi perseguiti e raggiunti negli anni successivi:

  • istituzione di una Scuola gratuita di ginnastica
  • inserimento della ginnastica nel sistema educativo sociale
  • lunga battaglia per l’introduzione della ginnastica nelle scuole, che approdò ad un risultato definitivo (legge De Sanctis 1878) solo dopo la morte dello stesso Obermann(14 giugno 1869)
  • approfondimento degli aspetti medico-curativi dell’attività fisica in relazione ad alcune malattie infantili (rachitismo)
  • creazione e mantenimento di un legame di collaborazione con le autorità politiche, che garantì alla Società la possibilità di prendere iniziative importanti, riuscendo a portarle a compimento. Ne sono un esempio le Scuole magistrali di ginnastica (maschile e femminile) per l’istruzione dei Maestri.
  • apertura del mondo dell’attività fisica alla donna

Rudolf Obermann ebbe inoltre una vivace attività di scrittore: si trattava di valutare gli esercizi ginnastici nei loro effetti sul corpo umano, stabilendone la finalità, l’intensità e la destinazione.

Chiarito questo, occorreva poi redigere dei manuali, con indicazioni differenti a seconda che fossero indirizzati a militari, civili, uomini, donne e bambini.

A ciò egli  provvide in più momenti:

1845

lo svizzero è autore di una serie di articoli sul periodico Letture di famiglia diretto da Lorenzo Valerio, uno dei fondatori della Società Ginnastica di Torino. La loro importanza restò immutata per decenni, se molti anni dopo, sul La Palestra (VII 1871) furono ristampati come Scritti inediti e rari del Cavaliere Rodolfo Obermann (pag. 14 e segg.).

1849

Obermann pubblicò, a cura del Ministro della guerra, il volume Istruzione per gli esercizi ginnastici ad uso dei Corpi di Regia Truppa, opera maturata in vari anni di attività. Le istruzioni tratte da questo manuale furono applicate per la prima volta in un corso di ginnastica, svoltosi dal 1 novembre 1849 al 1 maggio 1850, frequentato da 58 ufficiali di tutte le armi. Il giorno 4 maggio, nella palestra del Valentino ebbe luogo un saggio di ginnastica militare, cui parteciparono 800 soldati alla presenza del re Vittorio Emanuele II.
In questa opera L’Obermann dedicò ampio spazio alla descrizione degli attrezzi, fissandone forme e dimensioni.

1861

un decreto governativo stabilì che nella palestra torinese avessero luogo i primi Corsi Magistrali di ginnastica educativa, al fine di formare maestri per la scuola, ottemperando così alle norme previste dalla legge Casati (1859). Obermann diresse questi corsi e per essi scrisse la Guida di Ginnastica educativa.

1865

andarono alla stampa le Lezioni pratiche, una sintesi dell’opera precedente. Nello stesso anno, Obermann pubblicò L’Atlante degli attrezzi di ginnastica educativa. Quest’opera resterà per molti anni fondamentale: si compone di 14 tavole in parte descrittive degli attrezzi in parte degli esercizi, divisi in tre  grandi serie, una  destinata  ai muscoli flessori delle braccia, cioè esercizi di sospensione, una per i muscoli estensori, cioè esercizi di appoggio; la terza serie comprende esercizi di equilibrio, di salto e slancio, che coinvolgono le estremità inferiori.

Il metodo Obermann, per quanto in seguito criticato ed osteggiato, rimase per decenni il più seguito. Il suo Manuale di ginnastica educativa (ripubblicato da Paravia a Torino nel 1875), fu l’unico testo ufficiale per la ginnastica e il Programma per l’applicazione della legge De Sanctis del 1878, che rendeva obbligatoria la ginnastica nelle scuole, seguiva con evidenza il sistema Obermann.

Per il fervore della sua azione di promozione in favore di questa disciplina e per essere stato il primo a dare una sistematicità alla ginnastica educativa, Rudolf Obermann può essere considerato il padre della ginnastica in Italia e come tale fu salutato, con commozione, dai ginnasti con le bandiere in mano, il giorno del suo funerale, il 14 Giugno 1869 a Zurigo.

[1] Girolamo Giuseppe Baratta nacque a Desenzano sul Garda (Brescia) il 21 settembre 1772. Studiò a Verona dove strinse amicizia con importanti personalità del tempo tra cui Ippolito Pindemonte e Antonio Cesari. Abbracciato lo stato ecclesiastico, nel 1792 fu chiamato dal poeta desenzanese Angelo Anelli a guidare il ginnasio locale appena costituito per volere della General vicinia (e cioè l’assemblea dei capifamiglia) e poi diretto ininterrottamente fino alla morte coadiuvato da don Felice Deder. Oltre alla direzione, tenne anche la cattedra di Lettere umane. Aprì inoltre una «casa di educazione» (collegio) nel 1812 e in seguito anche le classi liceali. Nel 1816 l’imperatore d’Austria Francesco I visitò la scuola e, verificatane la solidità e buona organizzazione, ordinò che il diploma conseguito nel ginnasio fosse pareggiato a quelli dei licei dell’impero asburgico. La promessa si concretizzò il 5 giugno 1821. Il B., noto anche come buon latinista, epigrafista ed archeologo, morì a Desenzano sul Garda il 31 gennaio 1830.
[2]http://www.fidal.it/upload/files/CENTROSTUDI/CENTROSTUDI2011/storia/Venitefratelli.pdf – Venite fratelli le forze a temprar di Marco Martini – Nel 1833 il Governo piemontese chiama a Torino il ginnasta e studioso di educazione fisica svizzero Rudolf Obermann con l’incarico di insegnare la sua materia nella Reale Accademia militare ed in alcuni Corpi speciali. Ma l’Obermann, già nel 1834 intraprende alcune iniziative extramilitari che in dieci anni riescono a debellare tanti pregiudizi (molti credevano quel tipo di attività spettacolo da acrobati) da consentirgli di dare vita, nel 1844, al primo sodalizio sportivo d’Italia, la Società Ginnastica Torino. È, quella, un’epoca ricolma di speranze di rinnovamento, e molte di quelle speranze ricadono proprio sulla ginnastica. Il 18 agosto 1844, nel parco del Valentino, viene inaugurata la prima palestra. Ma l’attività che vi si pratica sa ancora molto di addestramento militare. Solo nel 1845, oltre ai corsi per gli allievi, si inaugura una «scuola gratuita» che ha maggiore fortuna, e dove Obermann può sperimentare nuovi metodi ed esercizi più attraenti. Questa iniziativa è figlia delle nuove strategie con cui molti intraprendenti aristocratici intendono riformare la società: contagiare la popolazione divulgando gli elementi che devono servire da lievito per una Italia rinascente. La «scuola gratuita» raduna 53 iscritti in quel 1845, per passare ai 103 del 1846 ed ai 219 del 1847. Uscita dagli schemi paramilitari, la ginnastica si indirizza verso una funzione igienico-educativa nell’ambito di quell’ideale patriottico che caratterizza quel periodo della storia del nostro Paese (Risorgimento). Mentre l’esercito si ribella allo straniero con le armi, la ginnastica costruisce l’Italia formando cittadini sani nel corpo e nello spirito.