Musolino Carlo di Letterio detto “Carluccio”

Sottotenente di complemento 26° reggimento fanteria, nato il 1° gennaio 1890 a Messina, distretto militare di Messina, morto il 4 maggio 1916 nel settore di Tolmino per ferite riportate in combattimento.
Militanza sportiva:
Tra i fondatori, insieme al fratello Giovanni ed ai fratelli Arturo ed Emilio Reggio e Giuseppe Gismondo, del Trinacria F.C. nel 1905.
1909-1910 Messina F.C.
1911 S.S. Messana Nova o S.S. Umberto I
1912-1915 S.G. Garibaldi F.C.
Edoardo Rubino, famosissimo giornalista dell’epoca, nonché suo compagno di squadra nella Società Ginnastica Foot-Ball Club, scriveva così di lui nell’Eco della Sicilia e delle Calabrie del 20 giugno 1924:
“Nel febbraio 1912 col piccolo gruppo di “foot ballers” Messinesi facenti capo alla S.G. Garibaldi avevamo deciso dare il gran passo audace e andare a giuocare a Palermo.
Conta e riconta, all’ultimo momento non eravamo che in dieci, e non sapevamo dove dare la testa.
Quando a otto giorni dalla data del “match” apprendiamo che dalla Libia è rientrato a Messina un anziano giuocatore del “Messina”.
Senza conoscerlo, vado a cercarlo, e l’invito ad entrare nella nostra squadra e giuocare la domenica successiva.
Così conobbi Carlo Musolino.
Da due anni non toccava un pallone; ma si lasciò convincere; capisce che è indispensabile e da buon soldato si sacrifica.
Due allenamenti a S. Raineri e partiamo per Palermo con Musolino, come ala destra.
Ma sul campo di Via Notarbartolo ci manca il centro avanti, “Carluccio”, che è un giuocatore completo, si adatta a cambiare posto.
A Palermo si fa applaudire; se l’allenamento manca, supplisce un cuore e una volontà eccezionale.
E mi par di rivedere il caro Musolino a lottare disperatamente là, sulla grande distesa erbosa, per fare il goal ed incitando i compagni di linea con i suoi “alè” “alè”.
Dopo questa prima partita egli divenne una delle colonne della rossa squadra Messinese.
Egli si adattava a giuocare a tutti i posti, a sostituire tutti.
Quando c’era Musolino eravamo sempre tranquilli.
Così lo abbiamo visto successivamente giuocare da ala, centro avanti, “half” e terzino; il portiere lo sapeva anche fare, senza farlo, e ricordo che a Palermo facendo il terzino ha sfoggiato dei tuffi sul pallone per salvare la porta, degni di “Salvato”.
Il suo carattere calmo e buono, gli aveva rapidamente acquistato tutte le simpatie.
Nell’ambiente sportivo non ricordo nessuno che non avesse la più grande ammirazione per lui.
Sempre pronto a sacrificarsi per gli altri, per il suo carattere altruistico, e per la sua modestia, come è stato nella vita sportiva è stato nella sua vita tutta, in quella vita stroncata tanto presto.
Nel campo sportivo messinese è stato un campione da cui i giovani di oggi debbono trarre insegnamenti.
Nella squadra della “Garibaldi” era l’indispensabile; per chi lo ha conosciuto intimamente, il migliore, il più caro degli amici.
Richiamato sotto le armi e partito per la guerra nel 1915, ha abbandonato presto la vita sportiva.
La vita sportiva nella sua gioventù è stata breve e l’ha goduta molto poco. Tra il Terremoto, la Libia, e la Grande Guerra, si può dire è stata compresa tutta la sua esistenza troppo breve.
Studente e giovanotto, i migliori momenti li ha certo vissuti con noi nei campi sportivi.
Qui, in mezzo ad amici più esuberanti riusciva a scuotere la sua tristezza naturale, e il suo carattere pensieroso e taciturno.
Ripensando a Lui, alla sua tempra, oggi ho proprio l’impressione che fosse un predestinato della vita. Per la guerra è partito, calmo e tranquillo, come quando partivamo per le nostre battaglie calcistiche.
Sereno di spirito, Egli ha lasciato Messina, la famiglia, con la tranquillità di andare a compiere un dovere necessario, senza spavalderie con naturalezza.
E con naturalezza, è stato un eroe ed è morto in faccia a Gorizia, come morivano i nostri fanti.
Come nel febbraio 1912 Carlo Musolino, ritorna oggi a Messina, come allora ritorna dalla guerra, da un’altra guerra.
Come nel 1912, fra otto giorni i veterani, i suoi compagni di allora, dovranno giuocare una grande partita. Questa volta ci torna in una fredda bara.
Non potrà venire a giuocare. Senza giuocare, sarà però sempre con noi.
Noi lo sentiamo. A lui porteremo il tradizionale mazzo di fiori della nostra partita. Non una corona perché Musolino per noi non è morto.
E’ troppo presente in noi stessi”.
FIRMATO: EDOARDO RUBINO

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